Intervista a Salvatore Piccozzi

1. Ci racconti com’è nata la tua passione per il nuoto e per questo lavoro?
Ho imparato a nuotare prima in mare, grazie ai miei genitori, e poi ho coltivato questa passione in piscina, fino a diventare un giocatore di pallanuoto.

2. Che tipo di percorso ti ha portato a diventare istruttore e formatore per Assistenti Bagnanti?
Per me è stato un passaggio quasi naturale: da un’attività nata per divertimento, sono arrivato a trasformarla in un vero e proprio lavoro.

3. Cosa significa, per te, essere un Assistente Bagnanti oggi?
Significa lavorare in un ambiente che sento amico e familiare, e avere la possibilità di relazionarmi con tante persone, anche molto diverse da me. Significa anche aiutare chi è in difficoltà: non a caso sono volontario della VAS (Volontari Assistenza Sangue) e della Protezione Civile comunale di Sulmona.

4. Ci sono episodi particolari o momenti che ti hanno segnato in positivo in questo lavoro?
Fortunatamente ho avuto modo di intervenire più volte per effettuare dei salvataggi, sia nella piscina in cui lavoravo che in altre strutture, come un parco acquatico. Con l’esperienza ho imparato a riconoscere in anticipo le situazioni di pericolo e a prendere contromisure prima che il problema si verifichi.

5. Cosa consiglieresti a un giovane che sta pensando di iscriversi al corso per Assistente Bagnanti?
È un lavoro particolare, a stretto contatto con il pubblico. Se sei attento e preparato, puoi spesso prevenire i problemi. Ma è anche un ruolo di grande responsabilità: hai il compito di garantire la sicurezza delle persone, sia in acqua che nelle aree circostanti.

6. Secondo te perché è importante formarsi in modo serio per questo ruolo?
Come in qualsiasi lavoro, la professionalità e una buona preparazione fisica fanno la differenza. Ma in questo caso, avere una formazione seria è ancora più importante, perché da Assistente Bagnanti puoi trovarti a dover intervenire anche quando non sei ufficialmente in servizio.